comunicazione efficace

Comunicazione efficace: come essere memorabili.

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Tramite una comunicazione efficace, tutti gli esseri viventi riescono ad avere rapporti tra loro. Ogni forma di comunicazione permette di modificare un atteggiamento perchè quando si comunica, oltre alla semplice trasmissione di informazioni, vi è un vero e proprio scambio di idee, di esperienze e di conoscenze.

In generale, chi emette un messaggio ha il desiderio di comunicare qualcosa ed è per questo che deve usare un canale specifico (“veicolo di natura fisica, sollecitato da un tramite fisiologico o tecnologico, oppure fisiologico e tecnologico insieme, che costituisce il mezzo attraverso il quale i messaggi sono trasmessi nella sfera sociale”) oltre che ricorrere ad un codice di espressione capace di trasmettere l’idea stessa (ovvero il modo e il tipo di linguaggio utilizzato).

Ogni giorno, utilizziamo decine di codici e canali diversi per poter comunicare tra noi, alcuni dei quali ignoriamo completamente ormai, proprio perchè entrati nel nostro utilizzo quotidiano.

Pensa ai segnali stradali (codice) che attraverso dei semplici cartelli (canale) ci danno delle informazioni precise e che ognuno di noi può codificare senza difficoltà (a patto che si conosca alla perfezione il “linguaggio utilizzato” – motivo per cui si studia prima di guidare).

Pensa alle diverse lingue (codice) che ci permettono di scambiare informazioni e dati tramite i social o i libri di scuola (canali) o alle note musicali (codice) che ci permettono di ascoltare musica in radio (canale).

Sono tutti, questi, esempi di codici e di canali che utilizziamo di frequente e con naturalezza, che implicano però una necessità evidente: chi trasmette il messaggio deve utilizzare lo stesso identico canale e lo stesso identico codice di comunicazione di chi lo riceve.

Pensa come sarebbe complicata (o praticamente impossibile) una comunicazione scritta con un non vedente o una comunicazione verbale tra due persone che parlano lingue diverse.

È sempre chi emette il messaggio che deve preoccuparsi di scegliere con cura il codice e il canale di comunicazione appropriati.

Analisi della Comunicazione

Secondo Charles Morris, filosofo statunitense, la comunicazione umana si analizza su tre livelli distinti:

  • SINTATTICA: (trasmissione del messaggio) si occupa dei canali, dei problemi di codificazione, di come trasmettere un messaggio evitando dispersione di informazioni e di altre proprietà specifiche del linguaggio. Non si occupa del significato del messaggio.
  • SEMANTICA: (comprensione del messaggio) studia il significato del messaggio stesso, considerando oltre al codice linguistico anche quello culturale dei soggetti coinvolti: “spesso accade che si sviluppi un processo comunicativo nella convinzione di essere compresi dal ricevente, mentre, nei fatti, il messaggio viene o non compreso o completamente distorto”
  • PRAGMATICA: (creazione della relazione) è l’influenza della comunicazione, sul comportamento di chi riceve il messaggio. È da questo ultimo livello di analisi che nasce il problema dell’efficacia della comunicazione: quanto è influente il messaggio trasmesso, sulla relazione tra chi lo ha emesso e chi lo ha ricevuto?

Su tutti e tre i livelli di analisi, possono sorgere dei problemi.

A livello sintattico, ad esempio, potremmo avere difficoltà nel comunicare tramite mail con chi non ha un PC o trasferire delle informazioni mentre siamo in un concerto (a causa del rumore).

A livello semantico, potremmo non essere compresi da chi non ha fatto il nostro stesso percorso di studi, ad esempio, o di chi ha vissuto in luoghi diversi dal nostro. Pensa al linguaggio tecnico utilizzato da medici, ingegneri o addirittura al gergo giovanile (a volte incomprensibile da parte di chi è più avanti con gli anni).

A livello pragmatico (quello legato all’efficacia della comunicazione, per intenderci), i problemi potrebbero essere legati all’ascolto del messaggio o alla perdita di informazioni nella trasmissione tra soggetti (pensa, ad esempio, all’effetto del passaparola).

Porre attenzione, ascoltare spiegazioni o semplici discorsi e seguire istruzioni è uno dei principali problemi della comunicazione.

Ti è mai capitato di perdere qualche parola durante una conferenza, di ascoltare dei discorsi prolissi o di leggere libri noiosi? La tua attenzione è calata e hai iniziato a perdere dei piccoli dettagli che alla fine hanno però stravolto il senso stesso del messaggio iniziale.

Comunicazione efficace!

In qualsiasi conferenza, lezione o riunione di lavoro, il canale di comunicazione preferenziale è quello verbale.

Da una ricerca effettuata dall’antropologo Albert Mehrabian emerge che le parole colpiscono l’attenzione dei presenti però solo al 7% dell’intero processo comunicativo: siamo abituati ad analizzare prima il contesto in cui ci viene detto qualcosa e solo dopo il contenuto delle parole stesse.

E in tutto questo, solo una minima parte di ciò che diciamo, viene realmente percepito da chi ci ascolta (10%). Le statistiche ci dicono inoltre che, a distanza di qualche giorno dalla conferenza o dalla riunione di lavoro, ricordiamo solo solo il 5% delle parole ascoltate

Scopriamo anche che il come si comunica prevale sul “che cosa si comunica”. Possiamo quindi dedurre che per trasmettere delle informazioni capaci di essere ricordate nel tempo, i canali non verbali sono predominanti e fondamentali.

Parliamo prima di tutto della “modalità vocale” con cui un contenuto verbale viene espresso. Stando alle statistiche, rappresenta circa il 38% di tutta la comunicazione. Per farsi comprendere è importante utilizzare bene, ad esempio, il tono (caldo, freddo, ecc..), il volume (alto o basso), il ritmo (lento, veloce, concitato…), le pause e le interruzioni.

Infine, l’impatto maggiore durante una comunicazione interpersonale è dato dai segnali del corpo che colpiscono il 55% dell’attenzione del nostro interlocutore.

Parliamo delle posizioni assunte, della gestualità, delle espressioni del viso e dell’abbigliamento: inviamo segnali senza nemmeno rendercene conto.

Dilatare le pupille, sfregarsi il mento, grattarsi un sopracciglio, toccarsi il naso, coprirsi la bocca, guardare in basso, muovere le sopracciglia, le labbra e persino il naso sono tutti “segnali” che ci forniscono indicazioni preziose sullo stato d’animo dei nostri interlocutori.

Conclusioni

Come si può essere sicuri, quindi, che la nostra comunicazione sia davvero efficace e che il nostro messaggio possa rimanere nella mente delle persone?

Le variabili, sono tante, ma quelle che devi tenere in considerazione per cercare di “rimanere in mente” il più possibile, sono:
il contesto – cura tutto ciò che farà da cornice alla tuo messaggio
te stesso – cura la tua reputazione, sottolineando chi sei e i tuoi valori
l’obiettivo – definisci esattamente cosa vuoi ottenere con il tuo messaggio
l’interlocutore – definisci chi è e quali sono le sue aspettative

Inoltre: sintesi, chiarezza, buona proprietà di linguaggio, lessico corretto (assenza cioè di errori di sintassi e/o grammaticali), esempi chiarificatori, abile gestione delle domande e delle obiezioni saranno tuoi alleati per colpire l’attenzione del tuo interlocutore ed avere una comunicazione davvero efficace.

Alla prossima!
Antonio