La tecnologia non aspetta. L’intelligenza artificiale è già parte integrante dei processi aziendali più innovativi. Adottare una mentalità AI vuol dire aggiornarsi e cambiare profondamente il proprio modo di pensare il business, il lavoro e l’apprendimento. Questo articolo parte da un aneddoto in aula e arriva ad una riflessione concreta sul perché oggi la flessibilità mentale sia la competenza chiave per restare competitivi nel mondo digitale. Con un caso storico (Nokia) e strumenti pratici da usare subito.
Il vocabolario, la figlia e l’AI: una lezione inaspettata in aula
Qualche settimana fa ero in aula di formazione e durante la lezione, appunto, una corsista ha espresso una forte preoccupazione: sua figlia, alle scuole medie, non sapeva usare il vocabolario cartaceo per cercare parole. Secondo lei, la tecnologia stava compromettendo un’abilità fondamentale.
La capisco ma le mostro un altro punto di vista. Le ho fatto notare, infatti, che ciò che oggi conta davvero non è l’attaccamento ad uno strumento, ma la capacità di sapersi muovere tra le informazioni. Oggi la vera abilità è saper fare ricerche intelligenti sul web, utilizzare risorse digitali, affinare il pensiero critico, orientarsi tra fonti e dati.
Pretendere l’uso del vocabolario solo perché “si faceva così prima” è come chiedere ad un giovane programmatore di lavorare con floppy disk invece che con il cloud. Come chiedere a un giovane giornalista di usare una macchina da scrivere invece di un laptop. La tecnologia dovrebbe essere vista come un acceleratore di conoscenza, non come una minaccia.
Strumenti come Google, Wikipedia, ma anche assistenti vocali come Alexa, Siri o Google Assistant permettono oggi di scoprire, approfondire e imparare in modo più rapido e flessibile. E ancor più evoluti sono strumenti basati sull’AI come ChatGPT, Gemini o Claude, che guidano l’apprendimento con un approccio conversazionale.
Nokia: quando non basta essere i migliori per sopravvivere
Nel 2006, Nokia controllava quasi il 60% del mercato globale dei telefoni cellulari. Aveva una posizione dominante, un brand amato e una reputazione impeccabile. Eppure, nel giro di due anni, il suo impero crollò.
Il motivo? L’incapacità di leggere il cambiamento.
Quando Apple lanciò l’iPhone nel 2007, Nokia valutò il nuovo prodotto secondo criteri ormai superati: la robustezza, la durata della batteria, le dimensioni compatte. Non riconobbe che il mercato si stava spostando dall’hardware al software, dall’oggetto al sistema di esperienza. Mentre il mondo correva verso l’era dello “smartphone” capace di far foto, che dava la possibilità di navigare in internet e di ascoltare musica, Nokia rimaneva ferma sul concetto di “telefono tradizionale” che permetteva agli utenti solo (si fa per dire, per quei tempi) chiamate in mobilità e invio di SMS a pagamento.
Nokia non colse il cambiamento in atto. Non si accorse dello tsunami chiamato “app per smartphone” che da lì a qualche anno avrebbe riscritto completamente le modalità con cui i consumatori utilizzavano un telefono cellulare. Non colse la rivoluzione che trasformò di fatto un servizio opzionale – il “plus” di poter scaricare delle app sul cellulare – nell’aspetto fondamentale per ogni dispositivo mobile dei giorni nostri: il download di app, appunto. Oggi, di fatto, sarebbe inimmaginabile un mondo senza Google Play o App Store, e a dirla tutta, sarebbero inutili anche gli stessi smartphone senza le app installate.
Questa storia è un monito per i colossi tecnologici e un promemoria per ogni professionista, imprenditore o formatore: la resistenza al cambiamento è la forma più lenta (ma sicura) di obsolescenza. L’intelligenza artificiale è oggi un treno che sta passando, veloce, velocissimo. Chi si ostina a “fare come si è sempre fatto”, rischia solo di fare la fine di Nokia.
Cosa significa davvero avere una Mentalità AI
Avere una mentalità AI significa molto più che saper usare uno strumento come ChatGPT. Chi ha un vero Mindset AI:
- Adotta un approccio esplorativo: si interroga, testa, si fa domande su come una tecnologia possa risolvere un problema concreto.
- Integra nuovi flussi di lavoro: non si limita a farsi affiancare dall’AI ma la utilizza strategicamente per ridefinire completamente i processi lavorativi.
- Affina il pensiero critico: usa l’AI per stimolare il confronto, per validare ipotesi, per scoprire nuove possibili connessioni.
In sostanza, è una questione di apertura mentale e flessibilità. È la capacità di riconoscere il valore di ciò che è nuovo, anche se inizialmente incomprensibile o scomodo per tanti. È guardare oltre il classico “abbiamo fatto sempre così”, sicuramente più comodo e semplice.
Strumenti AI per allenare davvero una Mentalità AI
Sviluppare una mentalità orientata all’AI è un esercizio quotidiano che passa dall’utilizzo concreto di strumenti evoluti. È nel lavoro operativo, nelle scelte di ogni giorno, che si forma un nuovo approccio mentale capace di vedere nella tecnologia un’opportunità e non una minaccia.
La Mentalità AI si allena come un muscolo: più la si stimola con buone pratiche, più diventa elastica, pronta a cambiare schema quando serve, a cercare soluzioni nuove, a risparmiare tempo per concentrarsi su attività strategiche. Ma quali strumenti possono davvero fare la differenza per un imprenditore, un freelance o un professionista del digitale?
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Mentalità AI nel business: scenari e vantaggi
Quando in azienda si parla di “Mentalità AI” si fa riferimento ad una vera e propria trasformazione culturale. Le aziende che stanno adottando questo approccio, stanno ripensando processi decisionali, logiche di team, modelli di business. La mentalità AI, infatti, trasforma il modo in cui si prendono decisioni, si innovano prodotti, si affrontano i problemi e si intercettano le opportunità. Pensi siano “cose del futuro”? Sbagli. I benefici sono concreti, osservabili fin da subito. Qualche esempio?
Scelte guidate dai dati
In un contesto sempre più complesso e veloce, prendere decisioni “ad intuito” è un lusso che le imprese non possono più permettersi. Una mentalità AI porta a costruire processi decisionali basati su dati reali, aggiornati e aggregati in tempo reale. Le aziende che integrano strumenti di intelligenza artificiale nel loro flusso decisionale possono ridurre errori strategici, reagire in anticipo ai cambiamenti del mercato e orientare gli investimenti in modo più efficace.
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Automazione intelligente di processi
Molte attività ripetitive possono oggi essere affidate a sistemi automatizzati basati su intelligenza artificiale. L’obiettivo è liberare tempo prezioso da destinare alla progettazione, alla creatività, allo sviluppo di nuove idee. Questo approccio migliora la produttività e riduce gli errori operativi.
Con strumenti come ChatGPT Plus è possibile redigere documenti, sintetizzare riunioni, creare concept di contenuti o elaborare proposte personalizzate in pochi minuti, con un supporto testuale di altissima qualità.
Posizionamento competitivo superiore
Le imprese che integrano questi strumenti diventano più rapide, flessibili e consapevoli delle proprie strategie. La velocità di adattamento e la capacità di innovazione diventano vantaggi concreti, difficilmente replicabili da chi adotta soluzioni tradizionali. Con un mindset aperto all’intelligenza artificiale, è possibile ridurre i tempi di sviluppo, accorciare il go-to-market dei nuovi progetti, creare esperienze utente più coinvolgenti e differenziarsi in modo chiaro all’interno del proprio settore.
Conclusione: flessibilità mentale come competenza del futuro
Imparare a usare l’intelligenza artificiale non è che un primo passo. La vera svolta avviene quando si sceglie consapevolmente di trasformare il proprio modo di pensare e affrontare il cambiamento. Il caso Nokia, l’episodio in aula con la corsista, l’utilizzo degli strumenti AI nel lavoro quotidiano: ogni elemento racconta lo stesso scenario.
Oggi, il vantaggio competitivo nasce dalla capacità di evolversi con lucidità e rapidità.
Chi, all’interno di un’azienda, ha la responsabilità di un team o di un progetto, ha anche il compito di guidare l’innovazione, per sé stesso e per le persone che lo seguono. Serve un impegno attivo per formarsi, sperimentare e diffondere una cultura che valorizzi il progresso tecnologico come leva di crescita concreta.
È proprio questa mentalità che permette di leggere prima gli scenari, attivare nuove possibilità e costruire un vantaggio vero e che dura nel tempo. E se questo switch non lo fai oggi perché ti sembra duro, posso assicurarti che domani sarà ancora peggio. La tecnologia, l’innovazione e il progresso corrono velocissimi. E lo faranno sempre più.
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Alla prossima!
Antonio
Formatore sui temi del Marketing Digitale per TheVortex e per la prestigiosa 24Ore Business School, è nell’albo dei formatori Promos Italia, Agenzia Italiana per l’Internazionalizzazione. Autore del libro bestseller Amazon “Calamite Digitali”, Fondatore dello Studio Pubblicitario Quattrocolori. Consulente Marketing ed Esperto di Social Media. Marito di Mariagrazia. Papà di Alessandro. Creativo. Dinamico. Ottimista.