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“Le faremo sapere!” disse un GPT ad un essere umano! Paura o opportunità?

Tempo di lettura: 4 minuti

GPT e AI. Se ne parla tantissimo negli ultimi mesi. Di recente ho partecipato a un webinar della 24Ore Business School, condotto da Alberto Maestri con ospite Giuseppe Stigliano, un professionista che seguo con molto interesse. L’argomento? Il rapporto tra tecnologia e umanità, con un focus su come l’intelligenza artificiale stia cambiando (e cambierà inesorabilmente) i nostri lavori e le nostre vite.

Il futuro è adesso e, per certi versi, fa paura

La riflessione che mi ha colpito maggiormente e su cui voglio farvi riflettere oggi, è questa: non dobbiamo avere paura di GPT (o delle AI in generale), ma piuttosto dovremmo sfruttare questa tecnologia per liberarci da quelle attività ripetitive e noiose che ci rubano tempo prezioso. E di conseguenza, usare quel tempo per fare cose più creative e umane.

Giuseppe ha portato l’esempio concreto della sua assistente, Giorgina. Fino a qualche tempo fa, era lei a occuparsi di tutto ciò che riguardava la sua agenda, la prenotazione di voli, gli spostamenti, ecc. Attività che, se pur essenziali, le sottraevano moltissimo tempo per altre mansioni ben più importanti. Oggi, grazie all’intelligenza artificiale, Giorgina può delegare gran parte di queste operazioni a GPT o ad altri assistenti virtuali. E questo le consente di concentrarsi su aspetti del suo lavoro che prima nemmeno immaginava di poter affrontare, semplicemente perché non c’era tempo.

Ma cosa significa tutto questo per noi?

Non avere paura, ma neanche sottovalutare l’AI e GPT

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia fa passi da gigante in tempi brevissimi. Un esempio? GPT si evolve a una velocità impressionante, con aggiornamenti che avvengono ogni tre, cinque mesi e che migliorano la tecnologia di dieci volte rispetto alla versione precedente. Questa rapidità può spaventare. Anzi, molti ne sono davvero terrorizzati.

“E se la macchina mi rubasse il lavoro?”

Questa è una delle domande più ricorrenti quando si parla di AI. E non nego che sia una paura legittima. Ma mi piace pensare che la tecnologia, se usata nel modo giusto, non ci ruba il lavoro, bensì ci libera dal superfluo, dal ripetitivo, dal meccanico. E ci lascia più spazio per ciò che conta davvero: il pensiero, la creatività, la relazione con le persone. Tutto ciò che è umano e che nessuna AI potrà mai replicare alla perfezione.

Pensiamoci un attimo: quante ore passiamo a rispondere a email, organizzare riunioni, fare preventivi e attività simili? Sono attività importanti, certo, ma allo stesso tempo distolgono l’attenzione da ciò che potrebbe realmente fare la differenza nel nostro lavoro. Qui entra in gioco l’AI: possiamo delegare a lei questi compiti, e dedicarci finalmente a quello che le macchine non potranno mai fare al posto nostro.

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I cambiamenti sono sempre più veloci

Una delle cose che Giuseppe Stigliano ha sottolineato è la velocità con cui la tecnologia si evolve. Non parliamo di piccoli miglioramenti, ma di veri e propri salti quantici. GPT, per esempio, si sta trasformando da assistente virtuale a vero e proprio strumento di potenziamento delle nostre capacità. E ogni volta che c’è un nuovo aggiornamento, non solo diventa più intelligente, ma ci permette di fare cose che, solo qualche mese prima, erano impensabili.

Pensa che, in un futuro neanche troppo lontano, un’intelligenza artificiale potrebbe rispondere: “grazie, le faremo sapere!”. Sì, proprio come noi oggi rispondiamo ad un candidato per una posizione lavorativa, l’AI potrebbe rivolgersi così all’essere umano, per comunicare l’esito negativo della selezione per un progetto, per esempio. Provocatorio? Sicuramente. Ma anche realistico, se pensiamo al ritmo con cui stanno andando le cose.

Cosa dobbiamo fare con AI e GPT?

Non possiamo restare fermi. Non possiamo sottovalutare la tecnologia. Non possiamo “mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi” (per usare una bella frase metaforica usata dallo stesso Giuseppe). Allo stesso tempo, non possiamo permetterci di avere paura di essa. Chi si adatta, chi si forma continuamente, chi riesce a sfruttare queste innovazioni a proprio vantaggio, non ha nulla da temere. La sfida è però quella di evitare di cadere nell’errore di credere che l’AI possa fare tutto da sola, senza supervisione umana.

Siamo noi a dover decidere come usarla. Siamo noi a dover capire quali attività possiamo delegare alla macchina, e quali invece dovremmo tenere per noi perché sono quelle che richiedono empatia, intuizione e creatività. Le nostre vere risorse umane.

Se guardiamo al passato, ogni rivoluzione tecnologica ha avuto i suoi detrattori. C’era chi, all’inizio del XX secolo, temeva che le automobili potessero portare via lavoro ai cavalli (e ai cocchieri), così come oggi c’è chi teme che l’AI ci “rimpiazzi”. Ma la storia ci insegna che ogni tecnologia ha portato nuovi strumenti e tante nuove possibilità.

AI e GPT: opportunità o rischio?

Già oggi, grazie all’AI, è possibile delegare attività ripetitive come la gestione dell’agenda o l’organizzazione di spostamenti, liberando tempo per attività più strategiche e creative. L‘intelligenza artificiale ci permette di migliorare davvero il rapporto con i clienti, ad esempio attraverso strumenti di automazione nel marketing.

Quello che ci aspetta nei prossimi anni è un’evoluzione tecnologica che cambierà profondamente il nostro modo di lavorare. Ma dobbiamo essere pronti. E per farlo, non possiamo restare fermi a guardare o peggio ancora, nasconderci dietro la paura del cambiamento.

Quindi, smettiamo di preoccuparci di GPT. Smettiamo di aver paura che “ci possa rimpiazzare” e iniziamo a pensare a come possiamo usare questo strumento per rendere il nostro lavoro più efficiente, più creativo e più umano. Ad esempio, potresti pensare a come fare per presentarti sui social in modo davvero originale ed efficace!

E voi, siete pronti a delegare le attività meccaniche e ad abbracciare il futuro?
Seguitemi per altri spunti su come l’AI può cambiare il marketing e il business di oggi.

Alla prossima!
Antonio