Ci sono aziende che riescono a imporsi sul mercato, utilizzando una comunicazione originale e mai banale. Ci sono poi aziende come Coca-Cola che creano il mercato, trasformando il desiderio di possedere un semplice oggetto, in amore irrazionale verso il brand e il prodotto.
Quando parliamo di Coca-Cola, ci riferiamo ad un marchio che è stato capace di “modellare” elementi iconici della cultura della società occidentale e del suo folklore. Basti pensare al Natale e a come oggi, uno dei simboli più amati di questa festività sia stato “creato” proprio dall’azienda americana.
Mi riferisco alla versione moderna di Babbo Natale, il simpatico e sorridente omone dalla barba bianca e dal vestito rosso, che dagli anni ’30 (quando proprio Coca-Cola ha reso nota questa “sua versione” del personaggio ispirato a San Nicola) ha soppiantato l’idea precedente di semplice elfo, dai tratti a volte inquietanti.
È il Babbo Natale “di Coca-Cola” quello riconosciuto ormai da tutti, quello che nel 1931 è stato capace di trasmettere messaggi di speranza ad un’America in ginocchio a causa della Grande Depressione.
L’azienda è talmente orgogliosa e fiera della sua “storia” che ha creato, in un grande edificio ad Atlanta, il World of Coca-Cola, il museo di uno dei simboli americani più noti e osannati al mondo.
Lo storytelling è sempre stato uno degli strumenti chiave nella strategia di Coca-Cola, che sa bene quanto sia importante attingere ai miti e alle icone, per trasmettere l’idea stessa del brand, i valori aziendali ed essere memorabile. Un brand, per essere amato deve ispirare.
Ecco perché lo storytelling è continuamente alimentato anche da nuovi personaggi (come il grande e simpatico orso polare che intrattiene da anni grandi e piccini) palesando i valori di felicità e condivisione, che da sempre contraddistinguono Coca-Cola.
Coke: Comunicazione “speciale”
La comunicazione dell’azienda, tende ad esaltare il concetto che “il semplice piacere di bere una Coca-Cola, rende ogni momento speciale.”
Nella sua strategia di comunicazione (che permette al prodotto di essere tra le bevande più vendute al mondo) Coca-Cola inserisce sempre campagne mirate allo specifico target a cui si rivolge, utilizzando concorsi, spot tv e i social network.
Così, per le campagne pubblicitarie rivolte alle famiglie, vengono utilizzati pranzi e cene in cui i partecipanti sorridenti, banchettano con una bottiglia di Coca-Cola al centro del tavolo. Quelle rivolte ai più giovani, invece, sono incentrate sulla possibilità di vincere qualcosa attraverso estrazioni e concorsi a premio.
Coca-Cola: love brand e mistero!
Per oltrepassare il livello di semplice brand, bisogna ispirare e creare connessioni emotive con il marchio stesso. È il nuovo concetto di marketing, chiamato love brand, di cui Kevin Roberts, CEO di Saatchi & Saatchi, parla ampiamente nel libro “Lovemark: il futuro oltre i brand”.
“i lovemark trascendono i brand , […] raggiungono il tuo cuore tanto quanto la tua mente, creando intimità e connessioni emotive tali che tu semplicemente non possa vivere senza di loro. Porta via un brand e le persone troveranno un sostituto. Porta via un lovemark e le persone protesteranno per la sua assenza. I lovemark sono relazioni, non semplici transazioni”
Uno degli elementi caratterizzanti di un love brand è il mistero!
Il mistero è strettamente connesso alla necessità, per le aziende, di raccontare storie: l’azienda può analizzare il suo passato o guardare al futuro per tenere alta l’attenzione dei destinatari e farli immergere nel sogno.
Coca-Cola, nonostante l’evoluzione e l’innovazione, ha sempre saputo sfruttare il proprio passato e tutto ciò a esso connesso.
Non è un caso che ancora oggi la “formula segreta della Coca-Cola” resti uno degli elementi fondamentali dello storytelling aziendale. Parliamo di un prodotto che è comparso sul mercato nel 1886 (venduto la prima volta in una farmacia ad Atlanta, in Georgia) e che è poi divenuto una delle bevande più famose al mondo.
“Coca-Cola” è oggi la seconda parola più pronunciata al mondo e l’azienda è al settimo posto in Italia per importanza. Secondo il ranking di Interbrand del 2017, Coca-Cola vale circa 70 miliardi di dollari (Pepsi, secondo la stessa agenzia, ne varrebbe circa 20)
Negli anni, con una comunicazione sempre coerente, si è fatta portavoce di valori inestimabili come:
- integrazione
- innovazione
- condivisione
- felicità
- diversità
- speranza per il futuro
Nel 2016, la Coca-Cola ha intrapreso la One Brand Strategy con l’obiettivo di estendere il valore del brand a tutti i suoi prodotti per trasmettere la stessa “emozione” dell’iconica bottiglia in vetro, anche con gli altri prodotti del marchio.
Coca-Cola ha sempre affidato alle storie (e continua a farlo tutt’oggi), il compito di comunicare gli obiettivi, la vision e i valori dell’azienda, ma soprattutto di… trasmettere emozioni.
Nei “Venerdi del Brand”, dopo Apple, non potevo che analizzare la comunicazione di Coca-Cola e il suo attuale “storytelling universale”.
Imparare dai più grandi, apprendere le tecniche che hanno reso unici determinati marchi e adattarle al proprio modello di business, non può che potenziare qualsiasi tipo attività.
Alla prossima!
Antonio
Formatore sui temi del Marketing Digitale per TheVortex e per la prestigiosa 24Ore Business School, è nell’albo dei formatori Promos Italia, Agenzia Italiana per l’Internazionalizzazione. Autore del libro bestseller Amazon “Calamite Digitali”, Fondatore dello Studio Pubblicitario Quattrocolori. Consulente Marketing ed Esperto di Social Media. Marito di Mariagrazia. Papà di Alessandro. Creativo. Dinamico. Ottimista.