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Dai Motori di Ricerca ai Social di Scoperta

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Quando dobbiamo cercare qualcosa su internet, apriamo Google (o un qualsiasi altro motore di ricerca) e scriviamo le nostre keywords (parole chiave) nel campo di ricerca. E se tutto questo, lentamente, dovesse cambiare?

Siamo tutti consapevoli che negli ultimi anni, i database dei motori di ricerca, vengono interrogati anche e soprattutto vocalmente. Se pensiamo ai dispositivi come Alexa e/o Google Home e al modo con cui interagiamo con essi, è facile comprendere come la definizione stessa di “motore di ricerca” sia ormai obsoleta e non più del tutto corretta.

Direi che oggi sono sempre più veri e propri “motori di risposta”, dato che quotidianamente interroghiamo questi dispositivi, rivolgendo vere e proprie domande: “Alexa, quando gioca l’Italia?” oppure “Google, come si chiama questa canzone?”

Motori di ricerca o… social di scoperta?

Eppure, le ricerche su internet così come le conosciamo, sembrano trovarsi in una nuova fase evolutiva. A dirlo è proprio un dirigente di Google, Prabhakar Raghavan, che durante il FORTUNE Brainstorm Tech 2022, ha rivelato un dato a dir poco scioccante: “da nostri studi emerge che quasi il 40% dei giovani (utenti statunitensi tra i 18 e i 24 anni), quando cercano un posto per il pranzo, non vanno su Google Maps o su Cerca. Vanno su TikTok o Instagram.”

Questi dati non sono ancora stati resi pubblici ma potrebbero essere ufficializzati a breve, insieme ad altre statistiche. Ad esempio, quelle relative al modo in cui gli utenti cercano i prodotti online: il 55% delle ricerche di prodotti, infatti, inizia su Amazon.

TikTok e Instagram sono quindi oggi le app scelte dai più giovani per iniziare una ricerca. A discapito del classico motore di ricerca Google o Google Maps.

È l’evoluzione della ricerca stessa, che non passa più per keywords digitate in un campo specifico o per quesiti posti ai dispositivi a comando vocale. Gli utenti oggi vogliono scoprire i contenuti, grazie a modalità innovative e più coinvolgenti.

Cosa succederà a google?

Tutto questo indica al motore di ricerca una nuova strada da percorrere. Se per soddisfare le esigenze di un target di “utenti più anziani”, tutto rimarrà sostanzialmente invariato, questa tendenza può invece incidere notevolmente sulle future strategie di Google. Sia per quanto riguarda la ricerca che per la pubblicità venduta sulla piattaforma.

I dati sono chiari: gli utenti più giovani non iniziano più “il viaggio online” necessariamente dal motore di ricerca Google.

Questo vuol dire che il lavoro svolto da colosso di Mountain View negli ultimi 20 anni, volto a organizzare e consigliare le attività commerciali all’interno di Google Maps ad esempio, potrebbe essere completamente inutile per gli utenti più giovani.

Raghavan ha fatto anche notare come i prodotti Google sono da sempre stati progettati con una logica ben precisa: offrire una nuova esperienza di utilizzo agli utenti, rispetto a strumenti già conosciuti dagli stessi.

Proprio Google Maps è l’evoluzione delle vecchie mappe cartacee. Oggi, tuttavia, gli utenti più giovani che si collegano online, probabilmente non ne hanno mai vista o utilizzata una.

“Ciò che offriamo adesso, non soddisfa le aspettative degli utenti più giovani” – continua Raghavan – “Dobbiamo soddisfare aspettative diverse e questo richiede basi tecnologiche completamente nuove”.

Ecco spiegato quindi perché Google Maps sta iniziando a incorporare la realtà aumentata, la modalità 3D e le visualizzazioni immersive nelle proprie mappe. Il puntino blu che lampeggia ed indica la posizione, insomma, non è più sufficiente.

Google Maps deve evolversi, diventando sempre meno simile al formato digitale di una mappa cartacea.

L’evoluzione del motore di ricerca

Come già detto, le ricerche non avvengono più tramite l’inserimento di 2 o 3 parole chiave ma bensì vocalmente, tramite domande dirette degli utenti. I motori di ricerca devono oggi essere quindi in grado di comprendere il linguaggio naturale e gestire le query vocali.

Nei risultati di ricerca compaiono sempre più contenuti visivi (è ciò che cercano gli utenti più giovani) a discapito dei più popolari elenchi di link a pagine e siti della rete.

Google ha stretto degli accordi specifici che permettono già oggi di indicizzare i video di Instagram e TikTok da restituire nei risultati di ricerca, prima di qualsiasi altra pagina web classica.

Conclusioni sui motori di ricerca

La certezza è data dalle funzionalità offerte oggi dai motori di ricerca. Grazie all’intelligenza artificiale sono in grado infatti di analizzare il contenuto di un video e indirizzare successivamente gli utenti in uno specifico punto dello stesso (corrispondente, ad esempio, alla ricerca effettuata).

I motori di ricerca possono oggi comprendere il contenuto di una foto e il linguaggio naturale dell’essere umano.

E per il futuro? Cosa dobbiamo aspettarci? Se pensiamo all’evoluzione dell’influencer marketing in così pochi anni, non è utopia immaginare un futuro in cui potremmo guardare qualcosa tramite speciali visori o occhiali AR e avviare una ricerca online solo con lo sguardo.

Ottenere immediatamente informazioni su un monumento che stiamo osservando o anticipare la visita in un ristorare grazie ad un’esperienza immersiva, ancor prima di viverla davvero.

È difficile ipotizzare in questo momento, ciò che la tecnologia ci permetterà di fare tra qualche anno. Siamo in continua evoluzione e il solo pensiero che sino a 20 anni fa, effettuavamo ricerche su dizionari ed enciclopedie, ci fa comprendere i passi da gigante fatti nell’ultimo ventennio.

E pure oggi, sembra tutto così naturale e scontato. Come se tutto questo, fosse sempre stato cosi!

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A prestissimo!
Antonio